Il Castello Angioino-Aragonese è ubicato a Gaeta. La costruzione militare è composta da due blocchi edificati in periodi differenti. Il primo corpo Aragonese, posizionato più in alto, è rafforzato da torri e mura ed è conosciuto perché, nel 1870, Giuseppe Mazzini vi fu imprigionato, mentre il secondo, ossia il castello Angioino, ha una pianta quadrata ed è stato edificato nel VII secolo. La parte angioina fu sede del carcere Militare di Gaeta fino a poco tempo fa e oggi è nelle mani del Comune di Gaeta. In futuro quest’ala ospiterà la Facoltà di Scienza Marine dell’Università di Cassino. L’ala aragonese fu sede di un Battaglione Allievi Carabinieri fino agli anni Cinquanta del Novecento. Attualmente è sede della Scuola Nautica della Guardia di Finanza.
La Cattedrale dei Santi Erasmo e Marciano e di Santa Maria Assunta è ubicata nel cuore del quartiere di Sant’Erasmo, a Gaeta. Sulle macerie della chiesa di Santa Maria del Parco, nel XI secolo circa, fu costruito un nuovo edificio che, nel 1231, venne leso gravemente da un terremoto. Una nuova chiesa gotica a sette navate fu eretta sulle rovine della precedente. Due statue dei vescovi Erasmo e Marciano furono poste all’interno dell’edificio per ricordare il millenario del loro martirio. Nel rinascimento la Chiesa fu ampiamente ristrutturata tanto che ne risultò una struttura neoclassica. Nel Novecento fu edificata una nuova facciata in stile neogotico e fu costruita una nuova cattedra per l’arrivo del papa Giovanni Paolo II. All’interno, lungo le navate laterali, ci sono sei cappelle dedicate a San Sacramento, al Purgatorio, a Santa Caterina d’Alessandria, alla Madonna del Camelo, a San Rosario e alla Natività. Il monumento più famoso di Gaeta è il campanile della Cattedrale, costruito tra il 1148 e il 1279, distinto in tre parti, ossia quella inferiore fatta di massi e colonne romani, quella mediana in stile arabo, e quella superiore risalente al XIII secolo.
La Chiesa di San Giovanni a Mare, popolarmente nota come San Giuseppe, sorge nel centro di Gaeta, nelle vicinanza del mare. Il monumento veniva chiamato anche di San Giuseppe perché al suo interno si radunavano i componenti della Confraternita dei falegnami. L’edificio è nato nel X secolo su ordine del duca Gaeta Giovanni IV e fu decorato da dipinti e arricchito di decorazioni barocche durante i secoli successivi. Nell’Ottocento fu aggiunto un organo di piccole dimensioni, ora scomparso. Vari restauri sono stati operari negli ultimi due secoli per dare maggiore stabilità alla Chiesa. Il monumento si caratterizza per l’inclinazione del pavimento che si pensa sia il frutto di una tattica per consentire il deflusso delle acqua in seguito alle alte maree. Il pavimento oggi si presenta con delle mattonelle che sono andate a sostituire gli antichi mosaici. Da notare all’interno è anche la cupola in stile arabo. L’esterno è ricoperto di intonaco e non ci sono ornamenti.
L’Ex Caserma Cosenz è sito in via dell’Annunziata a Gaeta. Il monumento risale all’Ottocento e attualmente è adibito a mostre temporanee. Quadri degli ultimi anni di vita dell’artista Hans Hartung sono in mostra all’interno dell’edificio.
Il Mausoleo di Lucio Munazio Planco è situato a Gaeta sulla cima del Monte Orlando. Esso è il sepolcro di Lucio Munazio Planco, console romano che volle costruire sul colle la sua dimora e la tua tomba in posizione dominante e protetta rispetto al resto della città. Il monumento è alto circa nove metri e ha una base circolare, si pensa, di ispirazione asiatica. Attualmente il Mausoleo è in buono stato di conservazione mentre dell’antica abitazione sono rimasti solo rari reperti. All’interno dell’edificio è sita la tomba monumentale. Un corridoio circolare permette l’accesso a quattro celle nelle quali sono conservati resti risalenti a varie età storiche. Nella stanza principale è posta una copia statua di Munazio Planco, mentre l’originale è a Roma. La pavimentazione originaria è andata perduta. Sul portone d’entrata è collocata una lapide attorniata da una cornice rettangolare.
Palazzo Arcivescovile è ubicato dietro la Cattedrale di Gaeta. L’edificio nacque nel XVIII davanti alla Chiesa di San Salvatore sita alle sue spalle. Il monumento ospitò più tardi la sede dell’Intendenza e Finanza e, dal 1771, diventò sede vescovile su volere del vescovo Carlo Pergamo. Nel XIX secolo fu realizzata la facciata che guarda il mare. Negli anni Settanta e Novanta l’edificio è stato ristrutturato e restaurato. Oggi il Palazzo Arcivescovile si distingue per la facciata con ampie logge e un belvedere affacciati sul mare. Nella parte posteriore dell’edificio, si possono osservare i vari lavori posti in essere negli anni e che hanno portato il Palazzo al suo attuale aspetto. All’interno, l’edificio si compone di varie aree molto grandi distribuite attorno a un’ampia scala monumentale.
Il Palazzo De Vio e il Seminario Arcivescovile sorgono a Gaeta. Il primo monumento fu edificato nel Rinascimento sui resti di costruzioni rinascimentali ed era proprietà del Cardinale Tommaso De Vio. Nel corso dei secoli l’edificio è stato ripetutamente ristrutturato mutando così l’aspetto che aveva alle origini. Nel 1998 partirono i lavori di rifacimento del Palazzo per poterlo adibire a Museo Diocesano, in precedenza ubicato nella Cattedrale. Quest’ultimo ospita dipinti e opere provenienti da molteplici chiese della Città. Il Seminario fu istituito nel 1674 dal Vescovo Martino de Villanueva ma non fu subito realizzato. Nel 1758, il vescovo Gennaro Carmignani sistemò il Seminario a Palazzo delle Donzella e in seguito, il vescovo Carlo Pergamo, lo trasferì a Palazzo De Vio. Quest’ultimo fu però rovinato e il Seminario dovette essere spostato a palazzo Sole. La facciata di Palazzo De Vio è il risultato dell’opera di Federico Traveglini. All’interno si può visitare il Museo Diocesano e dietro il monumento c’è il palazzo Arcivescovile con loggia affacciata sul mare.
Il Parco Regionale Riviera di Ulisse è sito nell’estremità meridionale del Lazio e si allunga sulla costa del golfo di Gaeta. Il Parco, indetto area protetta dal 1986, si compone di tre aree, ossia il parco archeologico di Sperlonga, il Monte Orlando di Gaeta, e l’area naturale di Gianola e del Monte di Scauri. Monte Orlando è un’area protetta e si allunga per sessanta ettari e si innalza fino a 170 metri circa. L’altipiano è famoso per il Santuario della Trinità, la Frotta del Turco, la Montagna Spaccata e per il mausoleo di Lucio Munazio Planco. Gli escursionisti sono spesso presenti in queste zone visti tutti i sentieri attorniati da vegetazione, mentre molti arrampicatori esplorano le pareti a picco sul mare. Proprio in quest’ultime il falco pellegrino depone le sue uova. La macchia mediterranea ricopre alcuni tratti di costa, i fondali marini sono molto colorati e si possono trovare molti tipi di pesce come i coralli e i parazoanti.
Il Santuario della Santissima Annunziata di Gaeta è sito nell’omonima via. La chiesa fu costruita nel XIV secolo su ordine del vescovo Francesco Bruno. Nei secoli seguenti, l’edificio fu decorata da varie opere come le tele della Cappella d’Oro e il rilievo su Tela di Andrea Sabatini. Nel Seicento la Chiesa fu restaurata per opera dell’architetto Lazzari dandole uno stile decisamente barocco. Nel Novecento, in seguito alle due Guerre Mondiali, l’edifico di culto subì molti danni ma, nonostante ciò, le grandi opere, come lo storico organo, furono salvate. Nel 2009, la Chiesa diventò Santuario gemellato con il Santuario di Lourdes. Esternamente, il luogo di culto presenta una facciata divisa in tre blocchi separati da ampi cornicioni. All’interno, si possono osservare l’unica navata divisa in quattro campate, e il pavimento raffigurante gli stemmi cittadini. Interessante è la cappella del Santo Sacramento eseguita da Jacopo Lazzarri, con la volta tinta dal pittore Andrea Scapuzzi.
Il Santuario della Santissima Trinità o Santuario della Montagna Spaccata è situato sul Monte d’Orlando, a Gaeta. L’edificio è stato costruito nel XI secolo per mano dei monaci benedettini. L’ubicazione del monumento è insolita in quanto si trova su un’apertura della roccia vicina ad altre due a picco sul mare. Per raggiungere la chiesa bisogna percorrere il ventre della montagna attraverso una scalinata alla cui destra si può notare la Mano del Turco, ossia l’impronta di una mano che, narra la leggenda, si formò in seguito al tocco di un mussulmano non credente. All’interno del Santuario, una serie di pontefici si recarono per pregare, oltre a vescovi, santi e sovrani, tra i quali Ignazio di Loyla, Pio IX e Bernardino da Siena. San Filippo Neri, secondo la leggenda, visse all’interno della Montagna Spaccata dove c’è un lettuccio in pietra chiamato tutt’oggi il Letto di San Filippo Neri.
Molti dei monumenti qui descritti son vicinissimi al nostro B&B Nari